Quando una carie, non curata, ha il tempo di andare in profondità, arriva ad interessare la POLPA del dente infettandola.
A questo punto, oltre ad una sintomatologia dolorosa importante, possono insorgere rischi infettivi locali e generali importanti per il nostro organismo.
Inoltre diventa molto probabile la perdita del dente che peraltro, se la distruzione non è estrema, può essere curato e successivamente ricostruito.
Il trattamento che viene eseguito in primis è la devitalizzazione.
la devitalizzazione consiste nella rimozione del nervo e nella detersione dei canali della radice.
L’endodonzia è appunto la tecnica che permette questo tipo di terapia.
Per eseguire queste operazioni si usano oggi sempre meno strumenti manuali (almeno non solo) privilegiando le nuove tecniche di strumentazione meccanica con punte in Nichel-Titanio mosse da motori a controllo costante di coppia (img. 4).
Grazie a questi strumenti la pulizia del canale è senz’altro di eccellente qualità ed i tempi operativi, per il confort del paziente, sono in genere più ridotti.
La lunghezza di lavoro nella radice viene determinata con apparecchi elettronici (img.5) che, collegati agli strumenti meccanici, permettono di avere misure corrette minimizzando l’uso di radiografie e la conseguente somministrazione di radiazioni X.
Anche questa procedura deve essere eseguita sotto la protezione della “diga di gomma” che permette di avere un campo operatorio ben visibile e facile da tenere disinfettato. (img.1 e img2)
Inoltre, visto che si utilizzano piccolissimi strumenti e potenti liquidi disinfettanti, la diga di gomma rappresenta una sicurezza notevole per il paziente nei confronti dell’ingestione accidentale dei medesimi.
Durante la terapia vengono effettuate delle radiografie (peraltro oggi raramente come detto sopra) che permettono di valutare la corretta lunghezza di lavoro dello strumento che serve a pulire i canali radicolari. (img.3)
Al termine la radice viene otturata e può essere ricostruita per i successivi utilizzi clinici.
La ricostruzione del dente devitalizzato.
Il dente è stato devitalizzato perché molto compromesso dalla carie e quindi spesso il dente stesso non può essere semplicemente ricostruito ma deve essere successivamente ricoperto con una corona in ceramica (spesso conosciuta come “capsula”).
Il dente devitalizzato viene in genere ricostruito grazie all’utilizzo di perni in fibra di carbonio o di quarzo che vengono inseriti all’interno della radice con tecnica adesiva.
Questi perni permettono di avere l’adeguato ancoraggio per una ricostruzione con resine composite che dovrà poi appunto sostenere la corona in ceramica.